COME VI AVEVAMO ANTICIPATO E' CONFERMATO INTERAMENTE L' "ATTACCO" ALLA LIBERTA' PROFESSIONALE DI OGNI SINGOLO PROFESSIONISTA DA PARTE DEL CNF E DI ASSOCIAZIONI FORENSI - PIU' O MENO RAPPRESENTATIVE - (OUA, UCPI, AIGA, CAMERE CIVILI)
 
 
Dopo che l'anno scorso è stata varata la tanto contestata formazione coattiva a spese della base degli avvocati (che tanto ci costa in termini di danaro e di perdita di tempo), IL PROVVEDIMENTO DI PROSSIMA APPROVAZIONE CONTRO LA BASE DEGLI AVVOCATI DOVREBBE PREVEDERE :
 
- INTRODUZIONE ESAME OBBLIGATORIO PER DIVENTARE CASSAZIONISTI (NON BASTERÀ PIÙ COME ORA IL SEMPLICE DECORSO DI UN NUMERO DI ANNI PER ISCRIVERSI AUTOMATICAMENTE AL RELATIVO ALBO) (Art 20 riforma)
- CONFERMATA LA FORMAZIONE COATTIVA PREVEDIBILMENTE ANCORA PIÙ PESANTE DELL'ATTUALE SOTTO TUTTI I PROFILI (art 10 riforma )
-VERRÀ CANCELLATO (CON UNA NORMA EVIDENTEMENTE INCOSTITUZIONALE) DALL'ALBO DEGLI AVVOCATI CHI NON RAGGIUNGERA' UN LIMITE MINIMO DI REDDITO PROFESSIONALE DECISO DAGLI ORDINI E/O CHI NON VERRA' DAGLI ORDINI RITENUTO ESERCITANTE LA PROFESSIONE IN MODO CONTINUATIVO (
testualmente anche "l'ordine ....compie le verifiche necessarie anche mediante richiesta di informazione agli uffici finanziari" ) (Art 19 riforma)
-ASSICURAZIONE CIVILE OBBLIGATORIA PER RESTARE ISCRITTO NELL'ALBO DEGLI AVVOCATI (Art 11 riforma ); (ALTRE SPESE PREVEDIBILMENTE DI ALCUNE MIGLIAIA DI EURO) GLI AVVOCATI DIVENTERANNO ANCHE FACILI BERSAGLI DELLE CONTINUE AZIONI LEGALI PER RESPONSABILITA' PROFESSIONALI DA PARTE DEI CITTADINI (COME STA AVVENENDO CON I MEDICI DA QUANDO E' ENTRATA IN VIGORE L'ASSICURAZIONE OBBLIGATORIA);CIO' PRODURRA' ANCHE PERICOLOSI DISSIDI TRA COLLEGHI CHE ASSISTERANNO CLIENTI CHE AGIRANNO PER ASSERITA RESPONSABILITA' PROFESSIONALE DI ALTRI AVVOCATI
 
- SICURE SPESE E PERDITE DI TEMPO ULTERIORI PER I NUOVI CORSI (ALMENO 400 ORE!) ED ESAME FINALE FUNZIONALI AD AVERE LE SPECIALIZZAZIONI NECESSARIE PER I VARI RAMI DEL DIRITTO (penale, civile,amministrativo etc) - (Art 8 riforma "Le scuole e i corsi di alta formazione per il conseguimento del titolo di specialista non potranno avere durata inferiore a due anni per un totale di almeno 400 ore di formazione complessive. All’esito della frequenza l’avvocato dovrà sostenere un esame di specializzazione" ); PRIMO PASSO PERCHE' NEL PROSSIMO FUTURO ,PER ESERCITARE NEI VARI RAMI DEL DIRITTO, CI SI DOVRA' MAGARI ISCRIVERE A DIFFERENTI ALBI SPECIALISTICI (CON EVIDENTE MOLTIPLICAZIONE DI SPESE PER LE TASSE ANNUALI AGLI ORDINI )
 
PS:
- Ricordiamo ai Colleghi che il CNF (il cui vertice soprattutto vuole fortissimamente questa riforma) è composto per legge SOLO da avvocati già cassazionisti, quindi assai presumibilmente diventati tali a mezzo del mero decorso dell'anzianità professionale in ossequio alla disciplina vigente )
- Ricordiamo che il CNF , unico caso tra gli omologhi organismi europei, non ha alcuna donna tra i suoi 26 componenti vedi
http://www.unionegiovaniavvocati.it/viewtopic.php?f=21&t=19&st=0&sk=t&sd=a&hilit=turchia ed anche in questa riforma non si è pensato a dare spazio anche alle donne avvocato.
- Ricordiamo che le associazioni nazionali, più o meno rappresentative, che hanno condiviso la "riforma killer" del CNF contro la base della classe forense hanno tutti come presidenti avvocati con più di dodici anni di anzianità professionale già bastevoli per l'iscrizione nell'albo dei cassazionisti
 
Sono già partiti migliaia di fax dai Colleghi di tutta Italia, ma è necessario implementare ancora di più la protesta anche con l'aiuto ,se possibile, di questo gruppo.Vi invitiamo quindi ,non solo ad inviare, ma anche a sollecitare , non solo ovviamente gli altri Colleghi , ma anche i Vostri familiari, parenti, amici, conoscenti a solidarizzare con la nostra protesta e quindi ad inviare quanti più fax possibili
 
Inviare e far inviare in primo luogo i fax di protesta al numero 06 /6783838 (uno dei fax diretti del Presidente del Consiglio On. Silvio Berlusconi).
 
In aggiunta è possibile inviare i fax allo 06.68897951 (uno dei fax del Ministro della Giustizia On. Angelino Alfano)
 
Tutti fax con questo oggetto ed eguale contenuto
 
Oggetto :Avvocati contro la riforma forense
 
Alla C.A. Ill.mo Presidente del Consiglio On. Silvio Berlusconi
 
(Preg.mo Ministro della Giustizia On. Angelino Alfano)

Contenuto: Con il presente fax esprimo la mia più totale avversione per qualunque riforma della professione di avvocato
 
Distinti Saluti
 
 
 
Avv. .....nome e cognome.......
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In aggiunta ai fax di cui sopra inviare e far inviare un fax al numero 06 67063660 (Commissione Giustizia del Senato) ed al numero 06 6795350 (Commissione Giustizia della Camera)
 
con questo oggetto ed eguale contenuto
 
Oggetto :Avvocati contro la riforma forense
 

Alla C.A. Ill.mi Componenti Commissione Giustizia
 
Contenuto: Con il presente fax esprimo la mia più totale avversione per qualunque riforma forense
 
Distinti Saluti
 
Avv......nome e cognome.......
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                                                             DIFFONDETE LA PROTESTA NAZIONALE OVE POSSIBILE

                                                               BASTA TASSE AGLI ORDINI, BASTA ULTERIORI SPESE!

                          AIUTATECI A DIFENDERVI  DAGLI AVVOCATI CASSAZIONISTI!                                  

 

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PER I COLLEGHI AVVOCATI: POTETE AFFIGGERE PRESSO I TRIBUNALI IL VOLANTINO A DIFESA DELLA CLASSE FORENSE E CONTRO LA RIFORMA ALFANO-ALPA
Scaricate il volantino qui :
 
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La riforma targata "ALFANO- CONSIGLIO NAZIONALE FORENSE" prevede anche testualmente secondo l'art 19 della Riforma:
 
L'ORDINE ...."COMPIE LE VERIFICHE NECESSARIE ANCHE MEDIANTE RICHIESTA DI INFORMAZIONE AGLI UFFICI FINANZIARI" (Art 19 riforma)
 
Sembra incredibile ma avete letto bene! Potrete riscontrare il tutto nella proposta di riforma qui http://media.camerepenali.it/200902/4302.pdf?ver=2
 
Ciò significa che gli Ordini continueranno a vessare gli iscritti non solo le tasse coattive annuali (peraltro quasi ovunque in aumento) , non solo con le perdite di tempo e le spese per la formazione coattiva , ma adesso con un nuovo "clima del terrore" (?) creato dalla possibilità che gli ORDINI POSSANO CONTRIBUIRE A FIANCHEGGIARE GLI UFFICI FINANZIARI NELLA VERIFICA, CONTROLLO E SCOPERTA DEI GUADAGNI DEI PROPRI ISCRITTI.
 
Gli Ordini forensi ,mediante la proposta del Consiglio Nazionale Forense, potrebbero diventare il più potente ed invasivo braccio fiscale ai danni dei propri iscritti coattivi.
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Per comprendere l'impostazione "ideale" che sta portando a questa norma all'interno della "Riforma Alfano" contro la classe forense, basta leggere una dichiarazione del Senatore Mugnai (uno dei maggiori artefici della "Riforma Alfano")
 
Virgolettato tratto da un'intervista resa dal Senatore Mugnai al quotidiano "Italia Oggi" del 23.02.2009
 
..... "molti di questi (avvocati ndr) vivacchiano di patrocini d'ufficio, esercitando la professione in maniera del tutto residuale e ledendone il decoro".....
 
Quindi assumendo che il Senatore parli di chi guadagna anche attraverso il patrocinio gratuito (dato che con la difesa d'ufficio non si guadagna sostanzialmente alcunchè) dobbiamo desumere che sotto attacco è anche questo tipo di partrocinio che "lederebbe" il decoro professionale (pur essendo legge dello stato!) ed il cui utilizzo renderebbe moltissimi Colleghi "indegni" di essere avvocati.
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Maggiori info sulla protesta contro la Riforma Alfano qui
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Tra le tantissime lettere, fax ed email (con cui ci chiedete anche di cominciare da subito di protestare e scendere in piazza) abbiamo scelto quella di un Collega, che pur avendo da tempo raggiunto gli anni per essere cassazionista, solidarizza con noi giovani e polemizza con la proposta "killer" di riforma dell'ordinamento professionale.

 

dall' Avv. Tommaso Calculli di Matera (avvocato di 86 anni di età con circa 63 anni di carriera professionale e tuttora esercente e titolare di uno studio associato)

 

"Sono sconcertato per le notizie apprese dai giornali circa i nuovi metodi in progetto per l'immissione sul mercato nazionale dei giovani avvocati e per l'eliminazione dei colleghi senza un reddito quantificato in una arida, odiosa cifra"........ "Altresì ,più che sconcertante, appare la notizia già anticipata secondo cui il professionista già avvocato che non raggiunge un certo reddito professionale meriterà la cancellazione (leggi radiazione) dall'albo come nell'ipotesi dell'accertata condanna in via definitiva per reati gravissimi! Trattasi di un'aberrazione sia se si esamina il punto di vista dei giovani avvocati, sia dal punto di vista di avvocati non più giovani".Ma intanto cosa fare? Eliminare tutti coloro che sono in sovrannumero.....? Perchè non servirsi dello stesso sistema per gli architetti, commercialisti, ingegneri etc? -----E' possibile escludere a priori chi può diventare un nuovo avvocato? Eliminare un avvocato che non riesce a far proprio un certo reddito?... Spero soltanto che non si faccia una ecatombe di avvocati con l'inesorabile distruzione dell'intera categoria professionale"... Chiedo un aiuto per i giovani, ......Ma queste eventuali leggi sono nel rispetto della Costituzione della repubblica Italiana o la calpestano e la stracciano?......E allora cosa fare ? ...Il Consiglio Nazionale Forense cosa intende fare?..."

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I legali: società multidisciplinari e specializzazioni
Il Sole 24 Ore
20/9/2008
Primo plenum del Cnf sulla riforma
 
Specializzazioni (con 250 ore di formazione, un esame finale e nessuna riserva), società non di capitali e solo con altre categorie ordinistiche definite con regolamento. Sono le prime scelte compiute dal plenum del Consiglio nazionale forense che si è tenuto ieri a Roma e che sta esaminando l’articolato di argomenti e istanze proposte da avvocatura e associazioni, ai primi di settembre, in vista di un elaborato condiviso di riforma dell’ordinamento che possa trovare posto nel pacchetto di riordino della giustizia, firmato dal Guardasigilli Angelino Alfano. La discussione — che riprenderà, all’interno del Cnf il 26 settembre e che dovrebbe riconvocare gli “Stati generali” dell’avvocatura il prossimo 11 ottobre – è partita da due temi delicati per il mondo associativo. Le specializzazioni saranno disciplinate con il riordino dell’ordinamento e conseguite con modalità da concordare tra gli Ordini e le associazioni più rappresentative. Un regolamento prevederà l’elenco delle specializzazioni riconosciute, i percorsi formativi e professionali di durata almeno biennale, le prescrizioni per gli Ordini territoriali, le associazioni forensi e le scuole per il conseguimento del titolo. Le ore di formazione minime sono state fissate in 250 e sarà designata una commissione d’esame dal Cnf, composta da consiglieri nazionali, accademici e componenti delle associazioni. Il titolo di specialista, in penale o civile, non comporterà, comunque, una riserva all’esercizio dell’attività in questi comparti. In secondo luogo, il Cnf lascia spazio alla costituzione di società tra avvocati, non di capitali, aperte anche ad altri professionisti iscritti ad Albi che appartengono a categorie che saranno individuate successivamente con regolamento. E ancora, non verranno introdotte barriere anagrafiche per l’elezione ai Consigli degli Ordini locali. La bozza di articolato prevedeva - su istanza di alcuni presidenti di Ordini — che l’elettorato passivo maturasse dopo cinque annidi iscrizione all’Albo. Ma la previsione è stata espunta. Il nuovo assetto organizzativo dell’avvocatura riconoscerà, infine, ai consigli locali la facoltà di costituire Unioni regionali o interregionali che potranno, se delegate dagli Ordini stessi, interloquire con regioni, enti locali e università. Negativo il commento di Gaetano Romano, presidente dell’Unione giovani avvocati italiani, contro «la medievale resistenza all’ampliamento degli studi attraverso le società di capitali e all’assetto autoreferenziale del Cnf sotto il profilo generazionale (per legge composto solo da avvocati cassazionisti, quindi con almeno n anni di anzianità professionale) e di genere». Un organismo, prosegue Romano, «unico caso tra gli omologhi organismi forensi in Europa, che non ha neppure una donna avvocato tra i suoi 26 componenti. Laura Cavestri
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italia oggi
Riforma delle professioni, anche i sindacati in campo
No al peso dei poteri corporativi sulla riforma delle professioni. È ancora il progetto di riordino del comparto economico-giuridico a destare preoccupazioni. Questa volta da parte dei tre segretari confederali di Cgil, Cisl e Uil, Agostino Megale, Giorgio Santini e Lamberto Santini che, in una nota congiunta, lanciano un nuovo allarme: «La riforma non rafforzi il potere lobbistico di alcune professioni». Immediata, però, la risposta di rappresentanti di ordini e di associazioni che, seppure per motivazioni diverse, continuano a considerare giusto procedere per aree di competenza. Ma è proprio questo il problema per i tre sindacati che denunciano come il guardasigilli si preoccupi solo «di tre forse quattro ordini, discutendone solo con loro. A un anno dal varo del disegno di legge di riforma dell'intero sistema delle professioni, che il Parlamento non attuò, oggi il decisionismo legislativo del governo torna a parlare e a discutere di riforma ma, viste le poche notizie di merito che trapelano, temiamo fortemente che il governo rafforzerà e rilancerà il potere lobbistico e corporativo di alcune professioni». «C'è tutta un'area che in questo modo viene tagliata fuori», dichiara Santini della Cisl, «mentre invece bisogna considerare che ci sono ormai tantissime realtà professionali diverse che fanno capo anche alle associazioni». Ed è anche sul riconoscimento di queste ultime che si scaglia la nota: «Il silenzio sulla attuazione del Decreto lgsl 206/07 (recepimento Direttiva 36/05), la dice lunga su quale risposta il governo intende dare all'attacco condotto dagli ordini professionali al sistema duale attraverso il ricorso, assolutamente immotivato, al decreto interministeriale applicativo dell'art. 26». Rinvia subito al palla al mittente Claudio Siciliotti presidente del Consiglio nazionale dottori commercialisti ed esperti contabili che, non solo considera «motivatissimo il ricorso« ma ricorda, ancora una volta, che è la costituzione a dire che per esercitare una professione bisogna passare un esame di stato. «E in ogni caso», continua Siciliotti, «prima di affermare che si rafforzano i poteri lobbistici bisognerebbe vedere quali sono i contenuti della nostra riforma che punta solo a migliorare il sistema giustizia». «Ma ora il tempo scorre», si legge ancora nella nota, «ed il ministero rispettando i tempi del decreto, si dovrà esprimere sulle domande presentate da più di 60 associazioni per non cadere nell'inefficienza amministrativa». Anche perché puntualizza ancora Carla Pecchioni, presidente Agenquadri-Cgil, «se ora non si da seguito neanche a questo si apriranno i tavoli di riconoscimento europei e l'Italia non ne farà parte». Per Giuseppe Lupoi coordinatore del Colap invece il governo ha il diritto se lo ritiene opportuno anticipare la riforma di queste professioni purché ovviamente non si dimentichi delle associazioni. Per quanto riguarda invece il ricorso al decreto Lupoi di dichiara convinto «che il Tar darà ragione a noi e allora per gli ordini professionali sarà un bel colpo».
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IN EDICOLA NOSTRA INTERVISTA CONTRO LA "RIFORMA ALFANO-CNF" SU "IL SALVAGENTE", SETTIMANALE DEI CONSUMATORI
A pg 18 intervista sulla Riforma Alfano- CNF n tema di cancellazione dall' albo degli avvocati per reddito minimo professionale ,esame, liberalizzazioni, esame obbligatorio per abilitazione per la cassazione etc
 
 
---------------------------.............Che la formula non svilisca la professione, ma esalti la concorrenza, lo pensa anche Gaetano Romano, presidentedell'Unione giovani avvocati italiani. "L'Ordine sostiene che l'assenza di tariffe minime possa dequalificare la profes-sione, eppure non è stato ancora documentato un solo caso di cliente danneggiato dalla loro abolizione". Romano ti-ra in ballo un semplice principio economico: più concorrenza non significa solo compensi più bassi, ma anche pre-stazioni migliori, maggiore attenzione per i propri clienti e "conclusione delle cause in tempi più brevi".Non è la sola novità bocciata dai giovani avvocati. La bozza dell'Ordine tende a limitare ulteriormente l'accesso allaprofessione anche se già oggi solo il 35% degli ¡scritti passa l'esame da avvocato. "In più, è stato aggiunto un esameper coloro che vogliono patrocinare in Corte di Cassazione, oggi passaggio automatico dopo 12 anni di attività. E sarà cancellato dall'Albo chi non raggiunge un reddito minimo. Si fanno scudo dell'assioma: troppi avvocati uguale troppe cause.Noi abbiamo il dubbio che sia il contrario"
 
 
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Alcune parti tratte dell'intervista pubblicata a pg 20 nel numero di Aprile di TOPLEGAL 2009 http://www.toplegal.it (durante l'intervista sì è parlato anche di accesso, tariffe, pubblicità, studi legali sotto forma di società di capitali, del nostro no alla cancellazione dall albo per reddito minimo):
 
".............Diametralmente opposto è il giudizio Gaetano Romano, numero uno dell'UGAI. "Ricusiamo in toto la proposta.Favorisce le gerarchie ordinistiche e gli avvocati cassazionisti e va a sfavore dei giovani legali, obbligandoli a nuove incombenze come l'assicurazione , che determinerà tra l'altro un aumento delle azioni legali per colpe professionali. "L'esame per diventare cassazionisti , secondo Romano, "è stato voluto dai chi cassazionista già lo è e vuole imporlo ai concorrenti" Bocciate anche "le modalità per ottenere la specializzazione perchè sono burocraticamente insostenibili e impongono 400 ore di formazione ,che sono un carico pesantissimo per un professionista che lavora".........."
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SOLE 24 ORE pg 39 "Classe forense,i numeri da sfatare" 28/4/2009
 
di Gaetano Romano - Presidente Unione giovani avvocati italiani
 
Nel dibattito sulla professione forense si fanno strada alcune leggende metropolitane, come quella sul numero degli avvocati in Italia. Si dice: a Roma i professionisti sono numerosi (20.186) come in tutta la Francia (si veda «lì Sole 24 Ore» del 21aprile). Ma il caso francese è singolare: negli altri grandi Paesi Ue gli avvocati sono quasi ovunque sopra quota 150 mila (159.295 in Spagna, 150.375 in Germania, 151.802 in Inghilterra - Galles). L’Ordine locale di Madrid, con ben 45.166 iscritti, è il più grande d’Europa, mentre Monaco (18.364) ha un numero di legali quasi pari a Roma. Il numero dì 213.081 avvocati italiani dichiarati dal Consiglio nazionale forense - non esistendo alcun Albo nazionale —è forse azzardato in assenza di un trasparente documento con gli iscritti suddivisi per ordine locale. Se partiamo dal dato Censis 2006 (153mila avvocati), sommando i circa 15 mila abilitati per sessione, avremmo circa 183mila professionisti. Non è neppure vero che ci sia una correlazione tra il numero di avvocati e l’aumento del contenzioso processuale. Parigi e Monaco hanno pressoché lo stesso numero di avvocati di Roma (Madrid addirittura più del doppio) e un ben differente numero di processi pendenti. Sarebbe quindi più responsabile - in luogo di controriforme degli ordinamenti - aumentare il numero di magistrati. Spiace poi che chi ha la pretesa di rappresentare a livello nazionale la classe forense continui quasi a dubitare della reale preparazione della base. Secondo invece una ricerca commissionata dal Cnf al Censis e all’Università Roma Tre—i1 66,5% dei clienti ritiene che i servizi degli avvocati siano in linea con le proprie aspettative. Non si comprende quindi perché il Cnf chieda una riforma per gravare gli avvocati non solo della formazione coattiva e di un possibile esame per diventare Cassazionista ma anche dell’assicurazione civile obbligatoria che aprirebbe il varco a un aumento vorticoso di cause, magari pretestuose, per responsabilità professionale (come già avviene per i medici).
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Dai Dottori  Commercialisti : "Sì a SLP a favore dei giovani";
Alpa "No a SLP"
 
da Italia Oggi
Slp col freno tirato
Parte il confronto sul progetto di legge relativo alle Società di Lavoro Professionale (S.L.P.) che i dottori commercialisti hanno presentato qualche giorno fa. Ma parte male. I rappresentanti di commercialisti, avvocati e notai, infatti, ieri sono stati convocati al senato dal presidente della Commissione Giustizia, Filippo Berselli, per avviare un iter parlamentare condiviso. Usciti da Palazzo Madama, però, avvocati e notai hanno preso le distanze. Le due categorie, d'accordo sullo spirito dell'iniziativa non si sono trovati sulla stessa linea d'onda per quanto riguarda le fondamenta della pdl, seppur quest'ultima ancora tutta da emendare. I primi ad uscire allo scoperto sono stati i dottori commercialisti. “Ci auguriamo”, scrivono i consiglieri Giorgio Sganga e Andrea Bonechi, “che dal confronto avviatosi proficuamente nel corso della riunione, possa scaturire un'accelerazione sulla materia delle società tra professionisti. Il progetto S.L.P. ha per noi un'importanza strategica nel contesto più ampio della riforma del comparto delle professioni economicogiuridiche. Con le S.L.P. si colmerebbe lo storico ritardo accumulato nella definizione delle società tra professionisti, preservando il valore del lavoro intellettuale e offrendo nuove opportunità ai giovani per avviarsi alla professione”. Ma già dalle prime ore del pomeriggio non sono mancati i distinguo delle altre due categorie. A cominciare dagli avvocati. “Il testo sulle Società tra Professionisti proposto dal Consiglio Nazionale dei Commercialisti”, ha fatto sapere il presidente Guido Alpa, “presenta aspetti contrastanti con la legge sulle STP che riguarda gli avvocati e mette in forse il principio della personalità della prestazione, che è uno dei fondamenti della distinzione fra professioni intellettuali e attività d'impresa. Occorre dunque ripensare con attenzione ogni proposta al riguardo. L'Avvocatura”, conclude il numero uno del Cnf, “confida nel Parlamento perché sia al più presto varata la riforma della legge forense”. E non si è fatta attendere la nota del notariato. Il presidente del Cnn ha precisato di avere aderito all'iniziativa soltanto perché promossa dal presidente della Commissione giustizia Berselli per garantire la specificità delle diverse professioni, avviando «un confronto sul cui esito nulla è scontato». Paolo Piccoli sottolinea che «per quanto riguarda il notariato, si è riservato di sottoporre al Consiglio Nazionale la proposta», manifestando comunque «immediata e totale contrarietà a norme che affievoliscano la personalità della prestazione, che siano in contrasto con la
terzietà connaturata alla pubblica funzione, nonché a ipotesi di soci di capitale». Ricorda infine Piccoli di aver fatto presente che altre professioni dovranno essere coinvolte nel progetto se il tavolo di lavoro verrà realizzato.