return to home page
   

 

Il Governo appresta un DL Competitività esiziale e provocatorio nei confronti dei Giovani


La maggioranza di centrodestra nel non volere accogliere la richiesta dell'A.N.P.A. volta a controllare per quale motivo presso gli studi legali i praticanti non sono pagati ex art. 26 codice deontologico, adotta un provvedimento governativo che rafforza i poteri delle Commissioni d'esame contro i candidati agli Esami di Stato, e mantiene inalterato l'obbligo anche per i giovani avvocati delle tariffe minime.In tal modo si impedisce la liberalizzazione del mercato professionale impedendo a chi è nei primi anni dell'attività professionale di adottare dei prezzi concorrenziali (tariffe modiche) ai clienti per crearsi un proprio bacino di clienti.E' naturale che mantenere delle tariffe minime significa favorire chi ha già uno studio professionale avviato, a danno dei praticanti e dei giovani avvocati.


Fonte www.dirittoegiustizia.it Diritto e Giustizia

Decreto competitività:
Articoli - Quotidiano del: 15/03/2005

Decreto sulla competitività: è il primo passo per una definitiva chiusura corporativa delle libere professioni. Aggravata ancora di più dalla provocazione elettorale del «compenso al tirocinante». È questa la posizione espressa dall'Associazione nazionale praticanti e giovani avvocati dopo il varo dell'action plan.
«Con le nuove disposizioni in tema di professioni intellettuali inserite nel Dl sulla competitività si legge nel comunicato stampa, a firma del presidente dell'Anpa, Gaetano Romano la maggioranza governativa conferma la sua impostazione contraria alla liberalizzazione del mercato e quindi ai giovani professionisti. Avevamo inviato le nostre proposte a mezzo fax al ministro Castelli, al sottosegretario Vietti ed al responsabile per le professioni intellettuali di Alleanza Nazionale onorevole Lo Presti chiedendo che nel Dl venisse esplicitamente sottratta agli Ordini professionali la formazione e la valutazione dell'idoneità professionale dei giovani in modo da garantire minimi principi di concorrenza. Prendiamo atto che il Governo vuole viceversa pervicacemente continuare sulla strada della chiusura dei mercati professionali a danno dei giovani, addirittura obbligando in futuro, chi vorrà diventare avvocato, a pagarsi le Scuole post-universitarie come nelle conclamate intenzioni della commissione ministeriale in tema di accesso alle professioni legali presieduta dal sottosegretario al Miur Siliquini».
Ma non solo. L'associazione ha ritenuto anche che il decreto legge messo a punto da Palazzo Chigi sia il primo passo per una definitiva chiusura corporativa delle libere professioni «culminato si legge nel comunicato in quell'autentica provocazione, almeno per decine di migliaia di praticanti avvocati, rappresentata dal compenso per il tirocinante. I giovani avvocati si chiedono come mai i sottosegretari Michele Vietti e Maria Grazia Siliquini, entrambi avvocati, in questi anni non abbiano mai sentito la necessità di verificare quanti provvedimenti disciplinari siano stati aperti nei confronti degli studi legali che non retribuiscono i praticanti avvocati ex articolo 26 codice deontologico forense. «È davvero intollerabile si legge nel comunicato che proprio due eminenti esponenti della classe forense, invece di esigere in questi anni l'applicazione di una normativa già esistente a mezzo degli auspicabili accurati controlli ad hoc presso gli studi legali forensi come l'Anpa ha sempre chiesto, guarda caso in costanza di elezioni regionali cerchino invano - di bypassare il problema avallando un'inutile norma fotocopia di quella deontologica. Ciò è ancora più grave essendo gli stessi sottosegretari consapevoli che sarà sempre il metus reverentialis dei praticanti verso il proprio dominus ad impedire che siano aperti dei procedimenti disciplinari nei confronti degli studi legali inadempienti».
Se veramente c'era l'intenzione di retribuire i praticanti ha continuato ancora l'Anpa i due sottosegretari avrebbero potuto chiedere al Consiglio nazionale forense di applicare immediatamente questa disposizione deontologica che viene puntualmente disattesa dagli studi professionali,senza che nessuno senta la necessità di intervenire.
«Chiediamo pubblicamente ha concluso l'Anpa al sottosegretario Siliquini per quale motivo non ha mai ritenuto di intervenire su questa palese violazione del codice deontologico nella maggior parte degli studi legali italiani ed invece ha trovato il tempo -in questi anni - non solo di auspicare la restaurazione del numero chiuso nella professione forense giusto il preambolo al disegno di legge n. 75 per la riforma della
professione che la medesima senatrice Siliquini, allora del Ccd, presentò nella XIII Legislatura nel 1996, ma anche di presiedere una Commissione ministeriale ove non sono presenti i giovani legali, essendo tutti e 4 i rappresentanti della classe forense avvocati patrocinanti in Cassazione,quindi con almeno 12 anni di anzianità professionale».
La posizione di Assoprofessioni. Soddisfatta, invece, Assoprofessioni, per l'inserimento nel decreto competitività, approvato venerdì scorso dal Consiglio dei ministri, dei cinque commi che contengono la riforma delle professioni. Ma non solo, promette anche di intensificare ancor di più il suo pressing politico nei prossimi sessanta giorni.«Apprezziamo fortemente ha detto il presidente nazionale di Assoprofessioni Giorgio Berloffa la disponibilità del Governo a riconoscere la dualità della riforma e quindi a mettere anche all'interno del decreto legge il riconoscimento della professioni non regolamentate».
«L'inserimento della norma ha concluso il segretario generale di Assoprofessioni, Roberto Falcone sul riconoscimento delle nuove professioni nell'ambito del decreto sulla competitività, costituisce il primo ed importante passo nella direzione di un nuovo sistema di organizzazione delle professioni in Italia, che senz'altro ridarà slancio all'economia del nostro Paese».[Cristina Cappuccini]

torna alla home page


premi qui per stampare