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Partecipa anche tu all'invio di una mail di protesta contro la legge di conversione del decreto-legge n. 112 in tema di riforma degli esami di abilitazione di avvocato.

[25 Luglio 2003]




Ill.mo Sig. Presidente della Repubblica
CARLO AZEGLIO CIAMPI
Palazzo del Quirinale
Roma


A mezzo mail all'indirizzo:presidenza.repubblica@quirinale.it, c.costit@cortecostituzionale.it


Oggetto: Conversione del provvedimento legislativo in tema di esami forensi


Ecc.mo Presidente,

con questa mia E-mail aderisco all'iniziativa nazionale dell' A.N.P.A. (Associazione Nazionale Praticanti e Avvocati www.anpaitalia.it ), organo che da quasi dieci anni rappresenta i circa 50.000 praticanti e i neoavvocati italiani.

Giovedì u.s. il Senato della Repubblica Italiana ha convertito in legge il ddl n. 2354 di conversione del decreto-legge n. 112 in tema di riforma degli esami di abilitazione di avvocato.

La nostra opposizione nel merito del provvedimento è stata fermissima durante tutto l'iter legislativo di conversione.

Invero riteniamo oltremodo severa la disciplina legislativa con cui si sta regolando una "libera" professione; il rischio è che non si tratti più di "accesso" alla professione forense ma di "decesso" della professione forense.

In questa occasione mi è gradita l'occasione per rappresentarLe non i rilievi sul contenuto del provvedimento in parola, bensì i labili presupposti giuridico-costituzionali su cui lo stesso si fonda.

L'obiettivo dichiarato nella relazione introduttiva del DL Castelli era di eliminare le sperequazioni ritenute esistenti nelle percentuali di idonei alla professione di avvocato nei vari Distretti di Corte d'Appello italiani.

Il Governo della Repubblica si dotava dello strumento della decretazione d'urgenza al fine esplicito di intervenire urgentemente in materia già dalla sessione di esami 2003, attesa l' asserita "insostenibilità della situazione".

Il provvedimento licenziato dalla Camera dei Deputati prevedeva tuttavia l'efficacia differita della disciplina in argomento dal 2004, e non dalla prossima sessione di esami 2003 com'era legittimo attendersi.

Al profondo dissenso nel merito del Decreto Legge si affiancava uno stupore misto a rabbia discendente dalla palese violazione della Carta Costituzionale, nella fattispecie dell'art. 77 Cost.

Confidavamo tuttavia che i Senatori della Repubblica avrebbero respinto questa palese difformità dal dettato costituzionale.

Nostro malgrado abbiamo per converso dovuto verificare come il provvedimento convertito in legge rechi intatto il paradosso di una decretazione d'urgenza la cui efficacia è procrastinata di un anno e mezzo.

Non mi dilungo più del dovuto sui profili incostituzionali, come sopra meglio dedotti, di una disciplina legislativa siffatta, atteso che in una situazione simile Lei stesso ha ritenuto di intervenire con un messaggio alle Camere del 29/05/2002.

In merito ci confortano anche due sentenze della Corte Costituzionale (n.391 del 1995 e n. 29 del 2002) che hanno decretato di fatto l'incostituzionalità di provvedimenti legislativi che si dichiarano fondati sulla necessità ed urgenza, ma la cui efficacia viene paradossalmente differita.

I giovani legali italiani come me si appellano alla Sua Autorità affinché ancora una volta sia Garante della inviolabilità della Nostra Carta Costituzionale e quindi si rifiuti di promulgare questa legge ingiusta nel merito, incostituzionale nelle forme.

Le saranno grati non solo i 50.000 giovani legali italiani, ma soprattutto gli estensori della nostra Costituzione che hanno affidato al tenore letterale della stessa, ma soprattutto ai suoi fedeli interpreti il progresso morale e spirituale della nostra Nazione.


Con deferenti Saluti
Dott/Avv.

Istruzioni per l'invio:
copiare il testo e inviarlo a mezzo
mail senza allegare alcun file.

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